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BIBLIOTERAPIA. LA LETTURA COME BENESSERE

 

PREFAZIONI

- Sergio di Sano

- Paolo Migone

- Stefano Sirri

 

Prefazione di Sergio di Sano

Se il compito di una buona prefazione è quello di accostare un potenziale lettore alla lettura di un libro, in questo caso può sembrare paradossale in quanto si tratta di invitare a leggere un libro che a sua volta invita alla lettura.

In realtà, questo libro non è solo un invito alla lettura anche se certo è pieno di stimolanti consigli in questo senso. Bensì, partendo dall’esperienza clinica e didattica degli autori il libro offre uno spaccato della complessità dei processi psicologici coinvolti nella lettura. All’approfondimento dei temi trattati si accompagna uno stile non troppo tecnico, che rende la lettura piacevole non solo per gli psicologi interessati all’impiego della lettura di specifici testi all’interno del processo terapeutico ma per tutte le persone interessate a riflettere sull’importanza della lettura e sugli aspetti psicologici coinvolti.

Per uno psicologo occuparsi di lettura significa prendere in esame i processi psicologici coinvolti. Il primo passo sono certo le esperienze individuali, il piacere del singolo; d’altra parte, passare dall’esperienza e dal racconto dell’esperienza che la lettura di un libro può dare all’analisi dei processi coinvolti significa cogliere le differenti dimensioni psicologiche: cognitiva, emotiva e sociale, che l’esperienza e l’attività della lettura comporta.

Leggere vuol dire elaborare un testo scritto e coinvolge il possesso di competenze linguistiche (lessicali, morfologiche, sintattiche) e, cosa da non sottovalutare per un testo di una certa complessità, i processi di memoria, in particolare la memoria di lavoro, per integrare le informazioni nuove con le conoscenze già possedute dal soggetto. Secondo le teorie cognitive più recenti, leggere vuol dire costruire un modello mentale delle informazioni presenti nel testo, che va continuamente aggiornato durante la lettura (Carretti, De Beni, Cornoldi, 2007).

È anche vero però che l’impegno che dedichiamo alla lettura varia in relazione al nostro interesse. Pensiamo, ad esempio, alla persona che dopo essere stata informata di essere ammalata di cancro legge con avidità libri sull’argomento che in passato non aveva degnato di alcuna attenzione. In questo senso, la componente cognitiva e quella emotivo-affettiva nella lettura sono indissolubili (Levorato, 2000).

Dal punto di vista sociale, la lettura può sembrare meno importante, meglio una buona conversazione si potrebbe dire. In realtà, il momento della riflessione individuale che il libro comporta può ripercuotersi positivamente sulla qualità delle relazioni con gli altri arricchendole di nuovi significati.

Chiaramente, l’analisi dei processi generali va declinata con le specifiche esperienze di professionisti ed operatori che operano in contesti definiti e da questo punto di vista il volume offre un contributo davvero insostituibile.

 

Prefazione di Paolo Migone

 Se il compito di una buona prefazione è quello di accostare un potenziale lettore alla lettura di un libro, in questo caso può sembrare paradossale in quanto si tratta di invitare a leggere un libro che a sua volta invita alla lettura.

La “biblioterapia” è una nuova parola per un concetto antico. Nel significato con cui è intesa in questo libro, vuole alludere a un processo psicologico che si può attivare in tutte quelle situazioni in cui siamo esposti a un racconto, a una storia nella quale possiamo identificarci. I personaggi di cui leggiamo le vicende siamo noi, o vorremmo essere noi, oppure temiamo di essere stati o di diventare come loro. I nostri modelli narrativi interiori – quelli che in psicologia vengono chiamati modelli relazionali, schemi cognitivi, copioni di vita, transfert, o in tanti modi ancora – vengono così rielaborati, rivissuti, modificati. E, cosa più importante, ci è permesso di provare emozioni che ci riguardano molto da vicino ma che forse avevamo rimosso perché, grazie al noto meccanismo della proiezione, è più facile provarle se esse riguardano qualcun altro, non noi.

Insomma, si tratta della “terapia” in cui consisteva il teatro greco, fino ad arrivare ai mille modi, peraltro sempre esistiti nella storia dell’umanità, con cui oggi riusciamo ad elaborare, articolare e comprendere meglio la nostra storia di vita paragonandola a quella di altri, per dare ad essa un senso coerente e per padroneggiare meglio le emozioni ad essa collegate. Esempi non sono solo il romanzo e il teatro, ma anche le discipline storiche, le biografie, il cinema, ecc., fino al semplice bisogno di confidarsi con gli amici più cari per parlare di se stessi e ascoltare le loro vicende.

Ma la modalità per eccellenza è la psicoterapia, che non è altro che il modo con il quale si è cercato di attivare questo processo in modo professionale. È stata in particolare la psicoanalisi la prima forma di terapia che, sulla base di una precisa teoria, ha utilizzato come modalità terapeutica il racconto della propria storia di vita (fedelmente ricostruita, se seguiamo la concezione freudiana, oppure variamente costruita come fosse un romanzo, se seguiamo gli approcci ermeneutici o narrativisti): estremamente potente è l’effetto terapeutico dovuto al ri-raccontare le proprie storie di vita, le proprie vicende anche dolorose, “confessarle” a qualcuno forse per la prima volta, e soprattutto ritrovare un senso coerente o meno traumatico che prima non avevano.

Ben venga dunque questo libro divulgativo, semplice e chiaro, sulle enormi potenzialità terapeutiche della lettura.

  

Prefazione di Stefano Sirri

 

Se il compito di una buona prefazione è quello di accostare un potenziale lettore alla lettura di un libro, in questo caso può sembrare paradossale in quanto si tratta di invitare a leggere un libro che a sua volta invita alla lettura.

Ci sono tanti piccoli gesti quotidiani che facciamo tutti i giorni, forse anche più volte al giorno.

Uno di questi è il salutare: “Buongiorno”, “Buonasera”, oppure un più informale “Ciao”.

Un giorno trovai su un libro un capitolo intero su questi “insignificanti” saluti, capitolo che in qualche modo ha cambiato il mio modo di vedere il saluto, ma ancora di più il modo in cui lo vivo.

Fin da piccini ci hanno insegnato che salutare quando si incontra qualcuno è una questione di buona educazione, una semplice  cortesia.

Incontri il vicino nel pianerottolo delle scale, oppure al supermercato. Incontri l'amico d'infanzia che non vedi da anni, oppure il lontano parente...

A volte intravediamo in mezzo ad una folla una persona che non vogliamo salutare, questo ci fa fermare ad aspettare, oppure possiamo anche cambiare direzione.

Ma cosa comunica veramente un saluto, a noi stessi ed alla persona che abbiamo di fronte?

Una distanza, un'emozione nel rivederla, un'attenzione verso la relazione che abbiamo verso di lei, e probabilmente altre mille cose.

Come il salutare sembra un atto banale, quasi fine a se stesso, anche leggere un libro a prima vista può apparire un semplice passatempo, oppure un modo per acquisire delle informazioni.

Nel pensare questo si rischia di non rendersi conto che un buon libro è anche quello che fa vivere emozioni, alcune delle quali possono risuonare dentro di noi anche per molto tempo.

Leggere è pensare, è collegare idee e processi cognitivi, è anche sviluppare un vissuto interiore.

Mentre leggiamo un buon romanzo abbiamo invariabilmente un'identificazione con un personaggio della storia, identificazione che fa sommare la mia storia alla sua, le sue emozioni alle mie, in un turbine emotivo nel quale il lettore è partecipe attivo, con i suoi fantasmi e le sue virtù.

E’ possibile curare attraverso la lettura di un libro?

Il termine “Biblioterapia” indica l'utilizzo di libri durante una terapia, utilizzo inteso come strumento terapeutico, o anche come strumento di crescita personale.

Gli autori affrontano il tema in modo originale: fin dalle prime pagine troviamo domande e risposte, in un intercalare che sbalza direttamente all'interno del libro e che accompagna il lettore oltre il primo capitolo.

Poi si sviluppano i temi centrali: i significati, l'autobiografia, la lettura nei bambini, il confronto con la televisione.

Uno dei pregi di questo scritto è che può introdurre il lettore in un mondo nuovo, un mondo in cui il leggere assume nuovi significati e nuove aspettative.

Il testo conclude con una selezione di libri, di consigli per una nuova lettura magari anche di testi che abbiamo troppo velocemente sfogliato.

 

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