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QUANDO CHIEDERE AIUTO PSICOLOGICO

Chiedere aiuto ad un'altra persona è una delle circostanze più difficili da realizzare. Spesso ci si arriva quando sono passati anni di apatia, angoscia o dolore, talvolta anche gli anni di una vita, spesa ad aspettare qualche barlume che non sempre arrivava!
Decidere di chiedere un aiuto psicologico diventa la possibilità di dare una svolta, per cercare di risolvere uno stato di sofferenza, ma talvolta si accompagna ad altri vissuti, pensieri, motivazioni che possono rendere difficile proprio il raggiungere quel che ci serve, così come il farsi aiutare.
Ad esempio può significare ammettere di non esserci riusciti da soli, quindi il dover fare i conti col vissuto di fallimento, con la paura di essere senza speranze, col bisogno di fidarsi di qualcuno che potrebbe anche tradirci.
E' anche un po' come tornare al tempo in cui, da bambini, si chiedeva aiuto ai genitori, e non tutti hanno un buon rapporto con la propria infanzia.
Talvolta la domanda si accompagna a strani "collegamenti", profondamente emozionali, che all'inizio non sono per niente chiari e che fanno perdere molto tempo rispetto al trovare il luogo giusto della cura.
Quante volte ho sentito madri chiedere perché dovevano portare il figlio dallo psicologo e non dalla logopedista, visto che aveva problemi di scrittura, oppure chiedere perché lo psicologo se il problema è gastrico, o cardiaco, oppure un'artrite reumatoide, ….ecc.
Quando il sintomo è nel corpo che soffre, si pensa che il problema sia medico - organico; se il problema è a scuola si ritiene di dover coinvolgere un insegnante; se la preoccupazione riguarda il numero di incidenti stradali si tagliano le piante, si aumentano i controlli della polizia…ecc.
Se da un lato il rischio è di sottovalutare il peso della sofferenza fisica, evitando le giuste cure, altre volte il rischio è di sottovalutare la componente di dolore psicologico, il dramma individuale, lasciandolo così lievitare inascoltato. Solo un'analisi complessiva potrà aiutare a trovare soluzioni pratiche ed incisive.
Molte persone hanno problemi psicologici e non ne sono abbastanza consapevoli.
Spesso succede di accorgersi che qualcuno a noi vicino sta male e ci chiediamo che fare, senza sapere bene qual è la scelta giusta in momenti così!
Purtroppo c'è anche molta disinformazione sulle possibilità di cura.
Altre volte sono i pregiudizi o la cattiva informazione che blocca, come quando si attribuisce l'origine del dolore a difetti genetici credendolo così non risolvibile.
E ancora, per altri è troppo doloroso ammettere a sé o agli altri di dover ricorrere all'aiuto di un altro; per altri il timore è di non reggere il peso di una conoscenza inutilmente dolorosa se non si può fare nulla per cambiare. C'è poi chi non ha fiducia nei farmaci e nelle psicoterapie in genere e chi ritiene nella sua efficienza che il problema sia degli altri, che non sono sufficientemente coerenti o perfezionisti in quel che fanno, dimenticandosi di chiedersi come stanno vivendo questa vita.
Una montagna di difficoltà, quindi, che pure centinaia di persone riescono a superare, per poter trovare quel che cercano, accettando di farsi aiutare per poter finalmente arrivare al loro obiettivo.

La ricerca del piacere e l'evitamento della sofferenza sono le principali forze che ci guidano nella vita, come già Freud sottolineava all'inizio del 1900.
Che la vita sia fatta anche di sofferenze si sa, è inevitabile, e non certo per questo diventiamo tutti "anormali", malati o patologici.
La sofferenza "diventa patologica quando non viene utilizzata per cambiare", come sottolineano Lorenzini e Sassaroli. Secondo gli autori, la capacità di cambiare è il miglior indice di buona salute, e si misura in due modi: cercando di raggiungere in modo diverso i propri obiettivi quando sono ostacolati, oppure rinunciandovi. Indubbiamente c'è qualcosa che non funziona se col tempo non si riesce a trovare il modo per ottenere ciò cui si aspira, o se si continua ad aspirare a ciò che non si riesce ad ottenere, o se il "prezzo emotivo che si paga" per ottenere qualcosa di importante è sempre troppo alto. Capire in che modo i propri stati d'animo sono collegati a situazioni che si stanno vivendo in genere è molto utile per conquistare un certo livello di realizzazione personale e di benessere.
L'efficacia della psicoterapia, d'altra parte, è dimostrata dal miglioramento dei problemi psicologici per cui si è cercato aiuto (es. diminuisce la tristezza, sparisce l'umore depresso, si recupera il desiderio di lavorare, si ritrovano nuovi e vecchi interessi), dalla fiducia in sé e nelle proprie capacità, intesa come un sentirsi meno in balìa degli eventi che suscitano il problema e più protagonisti della propria vita.
Viene così sfatato il mito che solo chi impazzisce va dallo psicologo e, anzi, proprio chi non vuole "impazzire", dopo aver superato 1000 dubbi, alla fine ci riesce a farsi aiutare, e quando ci riesce, è già sulla strada dello star bene!

Dott.ssa Barbara Rossi, psicologa - psicoterapeuta, individuale e di gruppo

 

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